LE NUOVE FRONTIERE DELLE IMPRESE GESTITE DAI MIGRANTI!
LE NUOVE FRONTIERE DELLE IMPRESE GESTITE DAI MIGRANTI!
I recenti Rapporti IDOS e i "Migranti nel mercato del lavoro in Italia" ( Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ) confermano il dato consolidato dell'incremento delle imprese gestite dagli immigrati nel nostro Paese (+70mila unità:2011-2014=+15,6%).
Un trend dinamico - ha dichiarato Klodiana Cuka, consolidato anche nel 2015,che rafforza il tessuto imprenditoriale delle oltre 550mila imprese gestite da immigrati (concentrate soprattutto nei grandi centri, del Lazio e Lombardia), dando così anche un contributo ad una ripresa economica generale, che purtroppo resta debole in Italia.
Tutti gli indicatori socio-economici - ha proseguito - la Presidente di Integra Onlus - risultano comunque positivi perché contribuiscono a rafforzare la promozione dei migranti, favorendone un integrazione ed un radicamento territoriale più stabile, facendo emergere una quota stessa di lavoro sommerso.
Non appare un caso - ha concluso Klodiana Cuka - che proprio il settore dei servizi (in testa Ricettività e Ristorazione) rappresentano il punto di forza di queste imprese, come monitorato dalla stessa Integra che nel Salento ha sostenuto esperienze di questo tipo, nelle proprie strutture di accoglienza, che producono prodotti tipici del territorio (olio, dolci, ecc ).
Un eccellente esempio di imprenditoria femminile gestita da una migrante è l’Associazione Integra Onlus tanto che nel 2014 a Roma, Klodiana Cuka è stata premiata con il MoneyGram Award per la Responsabilità Sociale.
Premio assegnato dalla Società leader nei trasferimenti internazionali di denaro a chi ha saputo esportare con successo ed eccellenza il proprio modo di lavorare nel nostro paese. Questo riconoscimento è stato conferito da una giuria, composta da esponenti di spicco del mondo istituzionale, economico e accademico, presieduta da Natale Forlani, direttore generale della Direzione dell’immigrazione del Ministero del Lavoro.
Oggi integra è realtà estesa sul territorio italiano che consente a tante donne e tanti migranti di lavorare, percepire una retribuzione e vivere con dignità; sono tutti uniti dalla volontà di aiutare chi arriva in Italia per trovare un po’ di serenità e la conservazione della propria vita.
Certamente il quadro generale resta in" chiaroscuro", di fronte ad una crisi persistente che conferma la condizione di precarietà di molte famiglie immigrate , assimilabile anche ad una parte di quelle italiane, prossime alla povertà (7 ,6 % ), con una specifica marginalizzazione anche culturale ,della componente femminile. Alla promozione ed al sostegno attivo di queste fasce deboli le Istituzioni, a tutti i livelli, dovrebbero prestare maggiore attenzione e risorse pubbliche, per individuare percorsi di INCLUSIONE più efficaci, attesi dai prossimi provvedimenti legislativi annunciati dal Governo.
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