Nel luglio scorso la decisione di farne un monumento, dopo che la Corte d’Appello di Lecce aveva disposto la demolizione. Il relitto della Kater I Rades è adesso a Otranto. La nave emblema delle migrazioni albanesi in Italia, affondata con decine di persone morte e disperse nel marzo 1997, dopo la collisione con la nave Sibilla della Marina militare italiana, verrà trasformata in un’opera d’arte, un monumento che rappresenta il ponte tra Otranto e Valona, i porti a cui è legato il viaggio in mare dell’ex motovedetta della marina militare albanese.
Questo è quello che ci ha raccontato Klodiana Cuka, presidente dell’Associazione Integra Onlus, che è riuscita, in collaborazione con la Regione Puglia e il sindaco di Otranto, Cariddi, a far si che la motonavetta non venisse distrutta, ma che restasse sempre viva a ricoradere quanti hanno tentato, imbarcandosi, di trovare una vita migliore.
Ma la funzione della Kater I Rades, non sarà solo questo. Da quel terribile naufragio, avvenuto il 28 marzo del 1997, quando il battello con circa 120 persone a bordo,donne uomini e bambini, entrò in collisione con la motonavetta Sibilla, della Marina Militare Italiana. Molti sono i dispersi di quello scontro, ed ogni 28 marzo per loro vengono gettati in mare dei fiori bianchi. Molte sono anche le famiglie che non hanno un sepolcro dove piangere i loro cari dispersi.
“Un sogno nato nella calura di agosto che oggi diventa realtà”lo ha definitoi Klodiana Cuka, che ai nostri microfoni ha ringraziato l’artista greco, Costantino Varotsos che si è occupato del progettoe gli altri giovani artisti provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo, selezionati lo scorso ottobre in occasione della Biennale Giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo a Salonicco.
Al monumento verrà dato il nome di “Approdo – opera all’umanità migrante”
Valentina Castellaneta
Intervista a Klodiana Cuka, presidente di Integra Onlus [6:38m]: Hide Player | Play in Popup | Download
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