“Il giornalista pugliese Alessandro Leogrande -vice direttore del mensile “Lo straniero”- ha pubblicato un articolo sulla Kater I Rades e sul progetto di farne un monumento. Un’iniziativa che partita dalla Presidente di Integra Onlus, renderŕ onore alla memoria di tutte le vittime innocenti ingoiate per sempre nel Mediterraneo. Un’occasione non solo per non dimenticare, ma anche per condividere un senso di umanitŕ che va ben oltre ogni limite geografico”.
Il relitto è salvo. Simbolo di una tragedia che ha visto diventare il canale d’Otranto la tomba di 108 persone, ciò che rimane della Kater I Rades diventerà un monumento alla memoria di chi non c’è più, di chi il venerdì santo del 1997 era sotto coperta -per lo più donne e bambini- e perse la vita, annegando quando la carretta del mare partita da Valona e diretta alle coste del Salento affondò in pochi secondi dopo la collisione con la corvetta della marina militare Sibilla. 15 giorni fa la corte d’appello di Lecce si è espressa condannando il pilota della Kater ed il comandante della sibilla ed ordinando la demolizione immediata del relitto, custodito a Brindisi. Un ennesimo dolore per i familiari delle vittime, che per 14 anni hanno chiesto che fosse loro riconsegnato lo scheletro della nave in memoria dei loro cari. Ma il governo albanese e quello italiano non si sono mai accordati sui costi da sostenere. Fino alla sentenza che ha imposto la demolizione, anche per salvaguardare l’incolumità di tutti, visto che l’enorme relitto è abbandonato in un’area dismessa della marina militare di Brindisi. E invece sarà un ricordo indelebile. A Otranto, approdo di tutte le genti del mediterraneo. Grazie all’impegno della presidente dell’associazione integra onlus Klodiana Cuka e del sindaco Luciano Cariddi. Privati ed istituzioni possono rivolgersi all’associazione integra onlus scrivendo all’indirizzo e-mail o rivolgendosi al sindaco Cariddi per dare il proprio contributo per sostenere i costi dell’operazione. Perchè la tragedia resti nella memoria di tutti.
Pezullohet shkatërrimi
Anija e tragjedisë së Otrantos nuk do të shkatërrohet. Ndërsa Gjykata e Leçes kishte dhënë vendimin për asgjësimin e saj, në mungesë të interesit të palës shqiptare për ta rikthyer në Vlorë, një tjetër lajm i mirë vjen nga përtej brigjeve. Kater i Radës do të kthehet në një monument të kujtesës në qytetin e Otrantos. Vendimi ka ardhur pas kërkesës që Klodiana Çuka, drejtoreshë e fondacionit “Integra Onlus” dhe eksperte në çështjet e politikës së emigrimit europian, drejtuar kryebashkiakut të Otrantos Luciano Caridi. “Mendoj se shkatërrimi i relikes është një vrasje e dyfishtë e memories kolektive të një populli. Duke parë ndjeshmërinë e popullit të Salentos dhe Otrantos, mendoj se nuk do të kishte vend më të mirë se Otranto për ta shndërruar këtë relike në një monument kujtese”, i ka shkruar Çuka. Përgjigjja e bashkiakut ka qenë pozitive dhe tashmë mbetet të mblidhen fondet e nevojshme për ta kthyer në një monument. Për këtë i është bërë thirrje komunitetit shqiptar që të ndihmojë në këtë çështje.
Grazie all’intervento di Klodiana Çuka e della sua associazione Integra Onlus, diventerà un monumento a Otranto
La Notte Bianca di Lecce diventa anche quest’anno veicolo preferenziale per la diffusione di temi sociali, beneficiando di una comunicazione a tappeto che raggiunge numerosissimi destinatari. Due i punti determinanti, Unione Italiana Ciechi che avrà un gazebo informativo in Piazza Sant’Oronzo e IntegraOnlus con la mostra “IntegrAzione” all’esterno della Mediateca presso le Officine Cantelmo.
Lecce – Non solo musica, divertimento, arte e cultura nella Notte Bianca leccese. I temi sociali avranno, infatti, quest’anno due punti di riferimento. l’Unione Italiana Ciechi, che avrà un gazebo informativo in Piazza Sant’Oronzo, e IntegraOnlus con la mostra “IntegrAzione” all’esterno della Mediateca presso le Officine Cantelmo.
Ben 101 ragazzi fuggiti dalle atrocità delle guerra in Libia hanno trovato accoglienza, rifugio e soprattutto speranza presso la Masseria Del Monte di Castiglione, frazione di Andrano. Un esperimento iniziato lo scorso 11 maggio e che dimostra giorno dopo giorno la sua validità. Questo è stato uno dei messaggi lanciati durante l’incontro La Costituzione come metafora della convivenza: l’immigrazione, tenutosi venerdì scorso presso la stessa struttura. Alla manifestazione, realizzata dall’Istituto Comprensivo Statale di Andrano con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, hanno partecipato Alessandro Isoni dell’Università del Salento, la presidentessa di Integra Onlus Klodiana Cuka, il sindaco di Andrano Carmine Pantaleo e il dirigente dell’Istituto Comprensivo Pasquale Ciriolo.
La nomina, “per le indiscusse competenze nel settore riconosciute su tutto il territorio, regionale e nazionale”
Sono passati ormai vent’anni dai primi sbarchi di albanesi presso il Canale di Otranto. Immagini che fecero il giro del mondo, mostrando le traversie di una popolazione che si riversava in un altro Paese per sfuggire a una situazione politica difficilissima causata dal disgregamento dei regimi comunisti. Abbiamo ancora negli occhi quelle scene, anche se da allora molte cose sono cambiate. Gli albanesi che arrivarono, e in particolare coloro che sono rimasti nel Salento, sono una realtà non più alla prima generazione. Alcuni costituiscono una fondamentale forza lavoro per l’economia locale, ma molti sono anche professionisti impiegati nel terziario. Come Klodiana Cuka, giovane presidente di Integra Onlus, associazione che difende i diritti dei migranti.
Nell’ambito delle iniziative legate al ventennale degli sbarchi albanesi in Italia, Integra Onlus ha organizzato, in collaborazione con l’Ambasciata di Albania in Italia, la presentazione dei libri “La tempeste delle ore” di Valbona Jakova e “Ze një pastan i re” (in italiano Nasce una nuova vigna) di Tommaso Campera.
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