Si svolgerà presso il Tribunale di Lecce la prima udienza preliminare del processo penale dell’ Operazione Sabr, conclusa nel maggio scorso e che ha portato all’arresto di alcuni imprenditori agricoli e diversi “caporali”, accusati di sfruttamento dei migranti/lavoratori stagionali reclutati per la raccolta delle angurie e dei pomodori nel Salento. Ciò che è emerso è una realtà triste e agghiacciante dove gli extracomunitari sono vittime di una vera e propria criminalità economica e organizzata.

Bisogna dire basta e occorre avere la forza e il coraggio per ribadire che gli immigrati, coloro che abbandonano la propria terra per un futuro dignitoso, sono lavoratori onesti, che rappresentano una risorsa per lo sviluppo economico e sociale del Paese che li accoglie, una risorsa che potrà essere valorizzata solo e soltanto se vengono presi in considerazione, come assunto principale del vivere e del legiferare, i diritti fondamentali inalienabili di ogni persona umana, qualunque sia il paese d’origine.

La Puglia, il Salento in particolare, è da sempre terra di solidarietà e accoglienza e deve avere- anche in questo tempo di crisi- un occhio attento alla tutela della persona ed alla dignità umana, evitando ogni fenomeno che possa favorire pericolose derive di insicurezza ed illegalità, nelle quali spesso sfocia la disperazione dei soggetti più vulnerabili.

Con il progetto Assap, ad esempio, Integra onlus e i partner coinvolti, intendono combattere il lavoro nero, incentivando le famiglie a regolarizzare i collaboratori domestici, in un clima di rispetto della legge e della vita dei lavoratori stranieri.

Tanto spesso, però, come presidente di Integra onlus, associazione per l’integrazione degli immigrati, mi chiedo quale sia il programma o quale la  strategia integrata che le Istituzioni mettono in atto per affrontare le politiche migratorie e di integrazione in Italia.

Occorre creare una rete fitta di collaborazioni e progetti tra Enti e Istituzioni, senza particolarismi e discriminazioni territoriali. Nell’agenda del governo centrale e delle amministrazioni locali, penso che al primo posto per le politiche migratorie vi dovrebbe essere il riconoscimento del mediatore culturale, una figura essenziale per attuare reali politiche di accoglienza e che richiede un riconoscimento legislativo che possa dare dignità professionale a coloro che,con varie specializzazioni, si dedicano al prossimo in un’ottica di integrazione concreta dei migranti. E’ anche per questo che Integra onlus si batte ogni giorno, e si è fatta promotrice dell’iniziativa nazionale “Firma l’Appello per il riconoscimento del Mediatore Interculturale”, volta a far sì che il Parlamento italiano riconosca e definisca, con una legge ad hoc, la figura professionale del Mediatore Interculturale, indispensabile strumento di supporto alla rete di relazioni sociali tra cittadini stranieri e territorio ospitante.

Gli immigrati sono linfa nuova di questo Paese  dove ormai sono presenti sei milioni di cittadini extracomunitari, un Paese arrabbiato e lacerato dalla crisi, un Paese a pezzi, che sembra non avere la forza di reagire. La rabbia senza il coraggio di ribellarsi, non serve a nulla. Ce lo racconta il camerunense Yvan Sagnet, il giovane ingegnere che, nel caso Masseria Boncuri a Nardò, ha spronato i suoi compagni ad alzare la testa per  gridare i propri diritti e la propria dignità, in nome del rispetto verso l’uomo, difendendo diritti e onore anche degli autoctoni. Condivido questa lotta e lancio un appello ai migranti affinchè attraversino con consapevolezza il percorso migratorio e diventino forza del cambiamento di questo Paese per i tutti i figli e le nuove generazioni, senza nessuna distinzione.

 

Klodiana Cuka

Presidente Integra Onlus

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L’Impegno di Integra Onlus per…

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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RICONOSCIMENTO DEL MEDIATORE INTERCULTURALE

Al Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Onorevole Renato Schifani
All’On. Aldo Di Biagio e Firmatari della Proposta di legge n. 2138
All’On Jean Leonard Touadi e Firmatari della proposta di legge n. 2185

Egregi,
la consistente e variegata presenza di stranieri, in particolare
extracomunitari, ha creato, nel nostro Paese, problematiche e bisogni nuovi,
sottoponendo le strutture sociali, politiche ed economiche, nonché le abitudini
culturali e gli stili di vita a forti spinte di trasformazione ed evidenziando la
necessità di sviluppare nuove competenze, in grado di rispondere alle
esigenze dei cittadini stranieri, favorendone l’integrazione.
_________________________________________________________
Per tale motivo e poiché il movimento dei flussi migratori rappresenta un
elemento peculiare della nostra contemporaneità, occorre prepararsi per
affrontare e per governare i cambiamenti dell’assetto sociale e della stessa
fisionomia identitaria del nostro Paese, abbandonando l’idea di
un’immigrazione temporanea, legata alle sole esigenze dei cicli produttivi, in
favore di uno scenario plurilingue, multietnico e multiculturale.
Da tempo in Italia la mediazione interculturale è considerata una risorsa
strategica per una piena integrazione dei migranti. Al momento, tuttavia,
manca una riflessione strutturata sulla mediazione, pur emergendo da più
parti la necessità di una politica organica supportata da una normativa
legislativa.
___________________________________________________________
Il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio
1998, n. 286, ha riconosciuto, per la prima volta, la figura del « mediatore
interculturale ».
___________________________________________________________
Tuttavia, tale riconoscimento non comporta ancora una definizione univoca di
questa nuova figura professionale su tutto il territorio nazionale, sotto il
profilo del ruolo, delle funzioni, delle competenze professionali, dei percorsi
formativi, della relativa certificazione e del suo riconoscimento legale, così
come manca un’individuazione degli ambiti lavorativi e d’impiego in cui essa
si esplica e la sua presenza tra i profili collocati nel CCNL-Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro.
____________________________________________________________
Ad oggi, alla Camera ci sono due proposte di legge sulla mediazione
interculturale presentate entrambe a febbraio 2009: una il 2 febbraio n. 2138
presentata dall’ On. Di Biagio, a cui ho dato il mio personale contributo in
qualità di coordinatrice per il Sindacato Mediatori Culturali del SeiUGL, e
l’altra n. 2185 del 10 febbraio 2009 presentata dall’ On. Touadì. Tali proposte
di Legge, però, si sono arenate da un anno nella Commissione Affari Sociali.
L’approvazione del nuovo documento CNEL “Mediazione e mediatori
culturali: indicazioni operative CNEL ONC – Organismo nazionale di
coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri, gruppo
di lavoro sulla mediazione culturale del 29 ottobre 2009″, mette però
tecnicamente in crisi le proposte di legge attuali.
___________________________________________________________
Si tratta, tuttavia, di testi che andrebbero assemblati in un’unica proposta
sulla base delle indicazioni definite dal documento Cnel e dagli atti del tavolo
Interistituzionale indetto dal Ministero dell’Interno, presentati a dicembre
2009 presso il Cnel. L’approvazione di tali disposizioni permetterebbero di
affrontare in modo serio e organico una tematica così delicata e importante
per il nostro Paese, migliorando sensibilmente le condizioni dei mediatori
interculturali i quali, allo stato attuale, sono impiegati nella pubblica
amministrazione e nel settore privato, senza avere alcun riconoscimento di
figura professionale, in una situazione di assoluta precarietà. Inoltre, una
Legge puntuale e precisa sulla figura del mediatore consentirebbe a migliaia
di professionisti immigrati, ma anche a migliaia di giovani italiani laureati
che studiano Scienze Sociali con specializzazione in Mediazione
interculturale, di concretizzare un sogno e dare vita a tante speranze, oltre
che dare dignità professionale e lavorativa.
________________________________________________________
Se è vero come è vero che la figura del mediatore interculturale sia una delle
più richieste e urgenti degli ultimi anni, impegnato come è nel settore
giudiziario, nelle strutture assistenziali pubbliche e private, nella scuola,
nella pubblica amministrazione, nel settore socio-sanitario, nel settore della
pubblica sicurezza, nelle aziende private, dimostrandosi con evidenza una
delle professionalità più idonee per fornire delle risposte alle esigenze di
integrazione in una società, come quella attuale sempre più multietnica e
interculturale, ne consegue sia ineludibile rimuovere gli ostacoli che ne
impediscono il riconoscimento.
_________________________________________________________
Da Presidente di un’Associazione che fin dalla nascita, operando sia sul
territorio pugliese che su quello italiano, è nata da un gruppo di mediatori ed
ha concentrato la propria attività sulla mediazione linguistico culturale e
l’inserimento lavorativo dei mediatori interculturali, e anche da mediatrice
che ha conseguito la propria formazione all’inizio degli anni 2000, sono
impegnata da anni sul tema della mediazione, tanto da contribuire anche ai
contenuti della proposta di legge Di Biagio.
_______________________________________________________
Alla luce di tali riflessioni, ritengo pertanto necessaria ed improrogabile
un’azione di sensibilizzazione finalizzata a raggiungere in tempi brevi
l’obiettivo del riconoscimento della figura del mediatore interculturale, con la
certezza di avere al mio fianco tanti giovani e tanti professionisti che
sostengono insieme a me una simile battaglia di civiltà e amore per il
prossimo.
________________________________________________________
Per tali motivi l’Associazione Integra Onlus, insieme con MNC – Movimento
Nazionale Nuovi Cittadini e l’Associazione Democrazia e Liberta e altre
Associzioni, proporrà un Appello popolare a seguito di una raccolta firme che
coinvolgerà tutta l’Italia e tutti i cittadini e le cittadine che dal 10 dicembre
2010 potranno, come noi, dire la loro e manifestare il proprio “Sì” per il
riconoscimento nel nostro Paese di un ruolo così delicato e importante sotto il
profilo professionale, sociale e culturale.
__________________________________________________________
Fiduciosi in un riscontro positivo, si porgono i più cordiali saluti.
Il Presidente
Dr.ssa Klodiana Çuka

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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