Klodiana Cuka: “Un evento da non dimenticare. Ma l’emergenza non è mai finita”

Un giorno lontano, un anno caldo, l’ 8 agosto 1991, che ha segnato la storia italiana e albanese, è racchiuso in un racconto e si trasforma in testimonianza, in un presente che rivive il passato. “La Nave Dolce” è il film-documentario, diretto dal regista Daniele Vicari e presentato lo scorso 2 settembre come evento speciale fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

Il docu- film è arrivato nelle sale cinematografiche di tante città italiane. Da Roma a Bari, da Milano a Torino, da Firenze a Livorno, da Catania a Napoli, da Bologna a Pisa, da Taranto a Lecce, sono oltre 30 le città che hanno richiesto La nave dolce, film sostenuto da oltre 20 associazioni umanitarie e del terzo settore (tra cui Unicef, Amnesty International, Emergency, Caritas, Libera…).

Anche Integra onlus evidenzia non soltanto la valenza artistica dell’ opera, ma anche l’importanza storica di ciò che avvenne 20anni fa. La nave albanese Vlora e il suo lungo viaggio da Durazzo a Bari. A bordo, saliti con determinazione, coraggio, ventimila cittadini albanesi, carichi di speranza, mossi dal desiderio di cambiare la propria vita, di approdare in Italia, da loro percepita, attraverso la televisione, come terra del benessere e della felicità.

Una scena agghiacciante e surreale quella apparsa agli occhi dei militari, dei cittadini, dei giornalisti, che, impotenti e increduli, assaporavano, indirettamente, il senso di libertà che sprigionavano quei  ventimila sguardi, smarriti, ma colmi di gioia.

Un senso di smarrimento diverso quello che i cittadini albanesi rimasti in Patria, come me in quegli anni, hanno provato nel ripercorrere una delle vie centrali di Durazzo, poco pima affollattissima di persone che, incuranti dei pericoli, attraversavano, correndo, per paura di non salire su quella nave. Il porto di Durazzo è poi rimasto immerso nella solitudine, vuoto e abbandonato: un’immagine impressa nella memoria di tanti, anche nella mia” è il ricordo di quei giorni da parte della presidente di Integra onlus, Klodiana Cuka.

Un agosto di fuoco, quindi, quello vissuto dalla popolazione albanese, a cui, però, fu recisa la speranza del cambiamento, perchè respinta nel paese d’origine, teatro di guerra e di povertà. “Respingere o non respingere i clandestini: il problema è più complesso e credo vada al di là di un mero giudizio personale – commenta Klodiana Cuka – L’Italia, meta di sbarchi ancora oggi, a distanza di 20 anni dall’8 agosto 1991, si trova ad affrontare l’emergenza, senza essere sostenuta e aiutata da una mirata politica organica e strategica”.

Sono passati vent’anni, ma quelle immagini sono rimaste vive e impresse nella memoria di tutti noi.  Immagini che sono state catturate dall’ obiettivo di Vittorio Arcieri, fotoreporter che ha scattato le foto di quella indimenticabile giornata calda d’agosto. Da quegli scatti è nata una mostra che con Integra onlus è diventata itinerante e racconta in tutta Italia gli attimi più intensi, le mani che chiedono aiuto, i gesti dell’accoglienza, la paura delle madri, la curiosità dei bambini ignari.  “Nonostante ciò che la cronaca racconta e continua a raccontare, voglio sottolineare quanto sia importante riscattare l’immagine di molti miei conterranei, che hanno lavorato e lavorano oggi anche per la crescita del paese Italia” prosegue la presidente Integra onlus.

La mostra documentario di Vittorio Arcieri, realizzata da Integra e dal titolo significativo “IntegrAzione”, cosi come il Film di Vicari, serve proprio per non dimenticare e soprattutto per affrontare il futuro con strategia e speranza, per non tradire il sogno di coloro che continuano a rischiare la propria vita in mare, per raggiungere un approdo di speranza. “Quella speranza che l’associazione di cui sono presidente cerca instancabilmente, ogni giorno, di mantenere viva, con azioni concrete di accoglienza, per una integrazione reale a livello socio economico e culturale” conclude Klodiana Cuka.

L’Ufficio stampa

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L’Impegno di Integra Onlus per…

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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RICONOSCIMENTO DEL MEDIATORE INTERCULTURALE

Al Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Onorevole Renato Schifani
All’On. Aldo Di Biagio e Firmatari della Proposta di legge n. 2138
All’On Jean Leonard Touadi e Firmatari della proposta di legge n. 2185

Egregi,
la consistente e variegata presenza di stranieri, in particolare
extracomunitari, ha creato, nel nostro Paese, problematiche e bisogni nuovi,
sottoponendo le strutture sociali, politiche ed economiche, nonché le abitudini
culturali e gli stili di vita a forti spinte di trasformazione ed evidenziando la
necessità di sviluppare nuove competenze, in grado di rispondere alle
esigenze dei cittadini stranieri, favorendone l’integrazione.
_________________________________________________________
Per tale motivo e poiché il movimento dei flussi migratori rappresenta un
elemento peculiare della nostra contemporaneità, occorre prepararsi per
affrontare e per governare i cambiamenti dell’assetto sociale e della stessa
fisionomia identitaria del nostro Paese, abbandonando l’idea di
un’immigrazione temporanea, legata alle sole esigenze dei cicli produttivi, in
favore di uno scenario plurilingue, multietnico e multiculturale.
Da tempo in Italia la mediazione interculturale è considerata una risorsa
strategica per una piena integrazione dei migranti. Al momento, tuttavia,
manca una riflessione strutturata sulla mediazione, pur emergendo da più
parti la necessità di una politica organica supportata da una normativa
legislativa.
___________________________________________________________
Il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio
1998, n. 286, ha riconosciuto, per la prima volta, la figura del « mediatore
interculturale ».
___________________________________________________________
Tuttavia, tale riconoscimento non comporta ancora una definizione univoca di
questa nuova figura professionale su tutto il territorio nazionale, sotto il
profilo del ruolo, delle funzioni, delle competenze professionali, dei percorsi
formativi, della relativa certificazione e del suo riconoscimento legale, così
come manca un’individuazione degli ambiti lavorativi e d’impiego in cui essa
si esplica e la sua presenza tra i profili collocati nel CCNL-Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro.
____________________________________________________________
Ad oggi, alla Camera ci sono due proposte di legge sulla mediazione
interculturale presentate entrambe a febbraio 2009: una il 2 febbraio n. 2138
presentata dall’ On. Di Biagio, a cui ho dato il mio personale contributo in
qualità di coordinatrice per il Sindacato Mediatori Culturali del SeiUGL, e
l’altra n. 2185 del 10 febbraio 2009 presentata dall’ On. Touadì. Tali proposte
di Legge, però, si sono arenate da un anno nella Commissione Affari Sociali.
L’approvazione del nuovo documento CNEL “Mediazione e mediatori
culturali: indicazioni operative CNEL ONC – Organismo nazionale di
coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri, gruppo
di lavoro sulla mediazione culturale del 29 ottobre 2009″, mette però
tecnicamente in crisi le proposte di legge attuali.
___________________________________________________________
Si tratta, tuttavia, di testi che andrebbero assemblati in un’unica proposta
sulla base delle indicazioni definite dal documento Cnel e dagli atti del tavolo
Interistituzionale indetto dal Ministero dell’Interno, presentati a dicembre
2009 presso il Cnel. L’approvazione di tali disposizioni permetterebbero di
affrontare in modo serio e organico una tematica così delicata e importante
per il nostro Paese, migliorando sensibilmente le condizioni dei mediatori
interculturali i quali, allo stato attuale, sono impiegati nella pubblica
amministrazione e nel settore privato, senza avere alcun riconoscimento di
figura professionale, in una situazione di assoluta precarietà. Inoltre, una
Legge puntuale e precisa sulla figura del mediatore consentirebbe a migliaia
di professionisti immigrati, ma anche a migliaia di giovani italiani laureati
che studiano Scienze Sociali con specializzazione in Mediazione
interculturale, di concretizzare un sogno e dare vita a tante speranze, oltre
che dare dignità professionale e lavorativa.
________________________________________________________
Se è vero come è vero che la figura del mediatore interculturale sia una delle
più richieste e urgenti degli ultimi anni, impegnato come è nel settore
giudiziario, nelle strutture assistenziali pubbliche e private, nella scuola,
nella pubblica amministrazione, nel settore socio-sanitario, nel settore della
pubblica sicurezza, nelle aziende private, dimostrandosi con evidenza una
delle professionalità più idonee per fornire delle risposte alle esigenze di
integrazione in una società, come quella attuale sempre più multietnica e
interculturale, ne consegue sia ineludibile rimuovere gli ostacoli che ne
impediscono il riconoscimento.
_________________________________________________________
Da Presidente di un’Associazione che fin dalla nascita, operando sia sul
territorio pugliese che su quello italiano, è nata da un gruppo di mediatori ed
ha concentrato la propria attività sulla mediazione linguistico culturale e
l’inserimento lavorativo dei mediatori interculturali, e anche da mediatrice
che ha conseguito la propria formazione all’inizio degli anni 2000, sono
impegnata da anni sul tema della mediazione, tanto da contribuire anche ai
contenuti della proposta di legge Di Biagio.
_______________________________________________________
Alla luce di tali riflessioni, ritengo pertanto necessaria ed improrogabile
un’azione di sensibilizzazione finalizzata a raggiungere in tempi brevi
l’obiettivo del riconoscimento della figura del mediatore interculturale, con la
certezza di avere al mio fianco tanti giovani e tanti professionisti che
sostengono insieme a me una simile battaglia di civiltà e amore per il
prossimo.
________________________________________________________
Per tali motivi l’Associazione Integra Onlus, insieme con MNC – Movimento
Nazionale Nuovi Cittadini e l’Associazione Democrazia e Liberta e altre
Associzioni, proporrà un Appello popolare a seguito di una raccolta firme che
coinvolgerà tutta l’Italia e tutti i cittadini e le cittadine che dal 10 dicembre
2010 potranno, come noi, dire la loro e manifestare il proprio “Sì” per il
riconoscimento nel nostro Paese di un ruolo così delicato e importante sotto il
profilo professionale, sociale e culturale.
__________________________________________________________
Fiduciosi in un riscontro positivo, si porgono i più cordiali saluti.
Il Presidente
Dr.ssa Klodiana Çuka

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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