Il paese Italia finalmente sembra interrogarsi sullo status dei Nuovi Italiani. Le parole pronunciate dal Presidente Giorgio Napolitano rappresentano sicuramente una finestra aperta sull’immigrazione consapevole e sull’accoglienza concreta.

Per chi come la sottoscritta, fin dal momento del proprio arrivo in Italia, si spende per affermare i diritti dei popoli migranti, sentir parlare di cittadinanza ai figli degli stranieri significa comprendere quanta strada sia stata fatta dalla società italiana per guardare al “diverso” come una risorsa e non come un pericolo.

Si badi, però, lanciare una proposta non significa gettare un sasso nello stagno e lasciarlo affondare nel mare dell’indifferenza, o peggio ancora, della burocrazia.

E’ vero, il Presidente della Repubblica ha lanciato un appello chiaro e preciso ai politici, ai nostri parlamentari: occorre però affrontare seriamente e risolutivamente la questione della cittadinanza per i bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Quindi, è necessaria una normativa che permetta al Paese di acquisire nuove risorse, nuovi cervelli, nuova linfa per il futuro dell’Italia.

Le reazioni politiche al discorso di Giorgio Napolitano la dicono lunga. Si è riacceso con vigore un dibattito immediato tra chi si dice favorevole alla proposta e chi invece è convinto che le priorità in Italia siano altre.

Nel corso della mia esistenza che mi vede in Italia da quasi 20anni, e nel corso dell’esperienza di Integra onlus, associazione nata quasi 10 anni fa e che fin dalla sua nascita presiedo, voglio lanciare un appello accorato che faccia seguito alle parole del Presidente Napolitano e al dibattito sorto intorno ad esse: basta con la demagogia, con l’inutile populismo da campagna elettorale, ma soprattutto basta con le leggi che non siano organiche e aderenti davvero alle esigenze di chi lascia la propria Terra per trovare una speranza, non solo di lavoro, ma di vita.

Sono tantissimi ormai i migranti che vivono in Italia e fanno del nostro Paese un paese multietnico dove a scuola, nel lavoro, più del 20% sono migranti.

Non ha insegnato nulla la tragedia del popolo nel quale sono nata e al quale continuo ad appartenere? La tragedia delle genti d’Albania il cui esodo ha segnato profondamente la nostra storia, racconta emergenze che l’Italia si è trovata all’improvviso ad affrontare, racconta di vite spezzate, come quelle perdute nel Canale d’Otranto nel lontano marzo 1991. In quel caso l’affondamento della Kater I Rades non solo ha rappresentato una svolta storica nelle politiche migratorie, ma ha posto l’Italia davanti ad un interrogativo “Si può parlare ancora di barriere, di confini? O ci si deve impegnare realmente ad accogliere i nostri fratelli, a tendere loro la mano?” Integra onlus lo fa ogni giorno con iniziative itineranti per l’italia. Come Presidente dell’associazione, mi sono spesa senza sosta per far sì che la Kater I Rades non venisse demolita, ma diventasse un monumento, non un

relitto di cui disfarsi, ma un messaggio di speranza e solidarietà. Tutto questo in occasione del ventennale degli sbarchi albanesi che ci sono tornati alla memoria in occasione della crisi libica che ha visto tanti stranieri riversarsi sulle nostre coste, creando nuovamente emergenza. E di nuovo l’Italia si è trovata ad affrontare l’incertezza e a dibattere sulle leggi relative all’immigrazione: permesso di soggiorno, strutture adeguate, mezzi di soccorso idonei. Corsi e ricorsi storici. Non si è mai pronti in realtà ad affrontare la disperazione e le lacrime.

Alla luce di tutto questo contribuiamo a costruire un ponte solido per il futuro. Se il futuro passa dalla cittadinanza ai figli degli immigrati, ben venga. Purchè la disciplina non sia nebulosa e i processi non siano farraginosi.

Credo che nelle parole del Presidente Napolitano, occorra cogliere un messaggio più importante del semplice appello alla politica: date ai nuovi cittadini un’opportunità, guardate alle nuove generazioni come ad una risorsa in cui sperare perché il nostro paese possa cambiare e chi sceglie o si trova a viverci in conseguenza di una scelta altrui, possa dirsi orgoglioso e convinto di essere … italiano.

Klodiana Cuka

Presidente Integra onlus

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L’Impegno di Integra Onlus per…

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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RICONOSCIMENTO DEL MEDIATORE INTERCULTURALE

Al Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Onorevole Renato Schifani
All’On. Aldo Di Biagio e Firmatari della Proposta di legge n. 2138
All’On Jean Leonard Touadi e Firmatari della proposta di legge n. 2185

Egregi,
la consistente e variegata presenza di stranieri, in particolare
extracomunitari, ha creato, nel nostro Paese, problematiche e bisogni nuovi,
sottoponendo le strutture sociali, politiche ed economiche, nonché le abitudini
culturali e gli stili di vita a forti spinte di trasformazione ed evidenziando la
necessità di sviluppare nuove competenze, in grado di rispondere alle
esigenze dei cittadini stranieri, favorendone l’integrazione.
_________________________________________________________
Per tale motivo e poiché il movimento dei flussi migratori rappresenta un
elemento peculiare della nostra contemporaneità, occorre prepararsi per
affrontare e per governare i cambiamenti dell’assetto sociale e della stessa
fisionomia identitaria del nostro Paese, abbandonando l’idea di
un’immigrazione temporanea, legata alle sole esigenze dei cicli produttivi, in
favore di uno scenario plurilingue, multietnico e multiculturale.
Da tempo in Italia la mediazione interculturale è considerata una risorsa
strategica per una piena integrazione dei migranti. Al momento, tuttavia,
manca una riflessione strutturata sulla mediazione, pur emergendo da più
parti la necessità di una politica organica supportata da una normativa
legislativa.
___________________________________________________________
Il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio
1998, n. 286, ha riconosciuto, per la prima volta, la figura del « mediatore
interculturale ».
___________________________________________________________
Tuttavia, tale riconoscimento non comporta ancora una definizione univoca di
questa nuova figura professionale su tutto il territorio nazionale, sotto il
profilo del ruolo, delle funzioni, delle competenze professionali, dei percorsi
formativi, della relativa certificazione e del suo riconoscimento legale, così
come manca un’individuazione degli ambiti lavorativi e d’impiego in cui essa
si esplica e la sua presenza tra i profili collocati nel CCNL-Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro.
____________________________________________________________
Ad oggi, alla Camera ci sono due proposte di legge sulla mediazione
interculturale presentate entrambe a febbraio 2009: una il 2 febbraio n. 2138
presentata dall’ On. Di Biagio, a cui ho dato il mio personale contributo in
qualità di coordinatrice per il Sindacato Mediatori Culturali del SeiUGL, e
l’altra n. 2185 del 10 febbraio 2009 presentata dall’ On. Touadì. Tali proposte
di Legge, però, si sono arenate da un anno nella Commissione Affari Sociali.
L’approvazione del nuovo documento CNEL “Mediazione e mediatori
culturali: indicazioni operative CNEL ONC – Organismo nazionale di
coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri, gruppo
di lavoro sulla mediazione culturale del 29 ottobre 2009″, mette però
tecnicamente in crisi le proposte di legge attuali.
___________________________________________________________
Si tratta, tuttavia, di testi che andrebbero assemblati in un’unica proposta
sulla base delle indicazioni definite dal documento Cnel e dagli atti del tavolo
Interistituzionale indetto dal Ministero dell’Interno, presentati a dicembre
2009 presso il Cnel. L’approvazione di tali disposizioni permetterebbero di
affrontare in modo serio e organico una tematica così delicata e importante
per il nostro Paese, migliorando sensibilmente le condizioni dei mediatori
interculturali i quali, allo stato attuale, sono impiegati nella pubblica
amministrazione e nel settore privato, senza avere alcun riconoscimento di
figura professionale, in una situazione di assoluta precarietà. Inoltre, una
Legge puntuale e precisa sulla figura del mediatore consentirebbe a migliaia
di professionisti immigrati, ma anche a migliaia di giovani italiani laureati
che studiano Scienze Sociali con specializzazione in Mediazione
interculturale, di concretizzare un sogno e dare vita a tante speranze, oltre
che dare dignità professionale e lavorativa.
________________________________________________________
Se è vero come è vero che la figura del mediatore interculturale sia una delle
più richieste e urgenti degli ultimi anni, impegnato come è nel settore
giudiziario, nelle strutture assistenziali pubbliche e private, nella scuola,
nella pubblica amministrazione, nel settore socio-sanitario, nel settore della
pubblica sicurezza, nelle aziende private, dimostrandosi con evidenza una
delle professionalità più idonee per fornire delle risposte alle esigenze di
integrazione in una società, come quella attuale sempre più multietnica e
interculturale, ne consegue sia ineludibile rimuovere gli ostacoli che ne
impediscono il riconoscimento.
_________________________________________________________
Da Presidente di un’Associazione che fin dalla nascita, operando sia sul
territorio pugliese che su quello italiano, è nata da un gruppo di mediatori ed
ha concentrato la propria attività sulla mediazione linguistico culturale e
l’inserimento lavorativo dei mediatori interculturali, e anche da mediatrice
che ha conseguito la propria formazione all’inizio degli anni 2000, sono
impegnata da anni sul tema della mediazione, tanto da contribuire anche ai
contenuti della proposta di legge Di Biagio.
_______________________________________________________
Alla luce di tali riflessioni, ritengo pertanto necessaria ed improrogabile
un’azione di sensibilizzazione finalizzata a raggiungere in tempi brevi
l’obiettivo del riconoscimento della figura del mediatore interculturale, con la
certezza di avere al mio fianco tanti giovani e tanti professionisti che
sostengono insieme a me una simile battaglia di civiltà e amore per il
prossimo.
________________________________________________________
Per tali motivi l’Associazione Integra Onlus, insieme con MNC – Movimento
Nazionale Nuovi Cittadini e l’Associazione Democrazia e Liberta e altre
Associzioni, proporrà un Appello popolare a seguito di una raccolta firme che
coinvolgerà tutta l’Italia e tutti i cittadini e le cittadine che dal 10 dicembre
2010 potranno, come noi, dire la loro e manifestare il proprio “Sì” per il
riconoscimento nel nostro Paese di un ruolo così delicato e importante sotto il
profilo professionale, sociale e culturale.
__________________________________________________________
Fiduciosi in un riscontro positivo, si porgono i più cordiali saluti.
Il Presidente
Dr.ssa Klodiana Çuka

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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