Voglia di cambiamento, dialogo e partecipazione attiva per il perseguimento di obiettivi comuni, sono stati gli elementi che hanno caratterizzato la giornata di Workshop finale del progetto G.O.A.L, (acronimo di “Granting Opportunities for Active Learning”), promosso da Integra Onlus e Learning Cities, svoltosi stamattina 7 Giugno, presso la Casa delle Culture “Ora et labora” sede di Integra Onlus. Il progetto G.O.A.L. (di cui è capofila ALDA www.alda-europe.eu, emanazione del Consiglio d’ Europa), nasce per promuovere la partecipazione dei cittadini alla costruzione di un’ Europa a maglie più strette, democratica e globale, affrontando la sfida dell’ immigrazione come “opportunità” per sviluppare la cittadinanza attiva e il senso di appartenenza all’ EU. I partner del progetto sono organizzazioni della società civile, autorità locali o regionali ed associazioni di enti locali provenienti da 6 Paesi diversi dell’ UE o candidati all’ adesione.
Al Workshop hanno preso parte cittadini immigrati, italiani e rappresentanti di associazioni di vario impegno sociale, unendo sinergicamente saperi e profonda motivazione.
Dopo una prima fase di presentazione-contestualizzazione del progetto e del suo attuale stato di avanzamento, i partecipanti sono passati all’ individuazione delle aeree specifiche a cui andranno indirizzati gli interventi futuri. La creazione di gruppi di lavoro ha condotto all’ analisi dei punti “critici” delle aree avanzando, al contempo, suggerimenti e possibili soluzioni. L’ attenzione si è focalizzata su tre ambiti D’ principali di interesse: politiche abitative, dialogo interculturale e servizi socio-sanitari.
Rispetto alle politiche abitative in riferimento al contesto territoriale della Provincia di Lecce, è emerso quale elemento di forte criticità una concezione di “utilizzo della casa” che include il “cosa” si intenda per casa, “come” vada trattata e a “chi” vada affittata, che sfocia troppo spesso in posizioni di diffidenza verso l’ alterità che fanno da anticamera a stigmatizzazioni ingiustificate e deleteri pregiudizi. Una soluzione proposta dai partecipanti è stata quella di una maggiore azione di sensibilizzazione dell’ intera comunità nei confronti della problematica in questione. Un’ azione che reclama una fervida attività di cooperazione tra enti pubblici, privati, associazioni, operatori (mediatori culturali, assistenti sociali, ecc.), che possono svolgere il ruolo di veri e propri motori sociali di tale processo. Da non trascurare in tale prospettiva, anche un’ attività di ricognizione degli immobili in disuso da parte delle istituzioni
preposte a tali ambiti, che potrebbe risolversi nell’ assegnazione di un 5 % dei suddetti immobili a favore dei cittadini immigrati.
Strettamente connesso alle tematiche delle politiche abitative è quello del dialogo interculturale: al fine di contrastare concezioni discriminatorie del cittadino straniero che si ripercuotono già nella prima fase di accoglienza pregiudicandola inevitabilmente, occorre attivare un dialogo interculturale significativo quale unico garante di un’ integrazione fatta di arricchimento profondo e crescita autentica tra le diverse culture. Anche in questo caso, è solo attraverso un intenso lavoro di rete che coinvolga istituzioni, cittadini e associazioni che si potrà garantire la riuscita di una comunicazione dalle tinte variegate.
Infine, in riferimento all’ area dei servizi socio-sanitari, ci si è posti la domanda se essi siano garantiti al cittadino straniero al pari del cittadino italiano. Le risposte dei partecipanti hanno gettato una luce (o forse sarebbe più corretto dire un’ ombra), su una effettiva difficoltà di accesso ai servizi quale diretta conseguenza della mancanza di conoscenza da parte degli operatori del settore della normativa stessa, troppe volte utilizzata con “discrezionalità” e in modo puramente arbitrario nei confronti del cittadino immigrato. Si fa strada in tale prospettiva, la centralità di una figura per cui oggi ci si batte ancora per garantirne il pieno riconoscimento, quella del mediatore culturale: punto di partenza e di riferimento per l’ accoglienza del cittadino immigrato, il mediatore culturale si rivela un autentico esperto nella capacità di fruizione dei diritti per i cittadini stranieri, ricordando come una vita degna di essere chiamata tale passi direttamente dalla difesa completa di quelli che costituiscono i diritti inalienabili di ogni individuo. Una soluzione avanzata è quella di dare il via a campagne informative rivolte ai cittadini immigrati che procedano, di pari passo, con attività di formazione continua degli operatori di tali settori.
Uno spazio a sé, è stato dedicato alla viva voce dei partecipanti sotto l’ emblematico nome di “Estro Verso Mondo”: tre voci di Paesi diversi hanno ricordato come al di là di ogni differenza di lingua, tradizione, storia culturale un’ unica dimensione di appartenenza ci rende cittadini europei, uniti nelle nostre irrinunciabili diversità. La voce del partecipante albanese Ergys attraverso i versi della poesia “O moj Shqipni, e myera Shqipni” , del poeta albanese Pashko Vasa, ha ricordato come l’ unica cosa che abbia tenuto unito il popolo albanese oltrepassando tutti gli orrori e le contraddizioni che le guerre susseguitesi si portavano dietro, sia stata l’ “albanesità”: un amore incondizionato per il proprio Paese che unisce al di sopra di ogni ideologia politica e religione, “chiudendo gli spazi creati dalla diversità” (- come ripete Ergys- ).
La voce della partecipante polacca, Marta, con la lettura della poesia “Polska”, ha accompagnato tutti i presenti in una Polonia fatta di semplicità, dove la nostalgia dell’ abbandono della propria terra si fonde al ricordo dei suoi odori pregnanti eternamente impressi nell’animo e nei sensi del cittadino immigrato e in immagini vivide di suoni e colori che non sbiadiranno mai.
Un cambio di prospettiva non meno carico di intensità, è stato proposto da Natalia, la partecipante argentina, con la poesia “La anunciaciòn” che racconta il difficoltoso percorso di una ragazza siciliana di Messina che decide di emigrare in America. Il suo lento cammino verso una reale integrazione, ci ricorda come anche la nostra sia una storia fatta di migranti e di immigrati alla ricerca di una serenità che colmi ogni giorno dell’ esistenza.
I risultati conseguiti in questa giornata di Workshop e quelli dei panel (incontri) del 12, 19 e 25 Maggio, saranno presentati in Grecia, a Kastoria, negli incontri previsti per il 17, 18 e 19 Giugno.
L’ evento finale che farà da raccordo e chiusura al Progetto G.O.A.L. si terrà in Romania e sarà incentrato sulla presentazione di un documento redatto in forma di raccomandazioni utili per la Comunità Europea, al fine di favorire il miglioramento delle politiche di immigrazione e la riuscita di un’ integrazione autentica a tutto tondo.
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