In occasione del convegno organizzato dalla provincia di Milano ed il  Consolato Americano, Integra Milano ha presenziato per capire gli esempi  e le eccellenze dell’integrazione italiana e americana.

Sicuramente va detto che l’approccio degli Americani al fenomeno immigrazione è sicuramente da prendere come esempio sia a livello del Governo, che cerca di trarne degli effettivi benefici,  sia e soprattutto a livello dell’associazionismo che vive il fenomeno come un’opportunità da cogliere  senza paure e nell’immediato, tanto è vero che, le associazioni ed il governo non attendono che gli immigrati si sforzino ad andare verso le istituzioni ma al contrario sono loro che immediatamente vanno incontro ai nuovi arrivati, questo è l’ approccio ha spiegato la dott.ssa Emira Browne, Presidente di CIAINA Center for the integration and Advancement of New Americans di New York City, “Quando gli immigrati arrivano nel nostro paese, dobbiamo immediatamente  essere noi ad andare incontro a loro per includerli nel nostro sistema il prima possibile!”

In effetti ,la dott.ssa ha spiegato che fin da subito la sua associazione si avvicina ai futuri cittadini americani dando subito un supporto sia nell’insegnamento della lingua sia spiegando il sistema giudiziario e burocratico del paese ospitante, questo dice: “ è l’approccio che meglio ha funzionato per una reale integrazione, lingua e leggi sono la prima cosa che uno straniero deve conoscere per poter contribuire al sistema paese!” Ed ha aggiunto:  “strong families, strong values” l’importanza di coinvolgere tutta la famiglia per  una costruzione di valori forti.

Altro argomento che gli americani hanno come priorità per l’inclusione dei nuovi cittadini è l’approccio con i giovani, integrare immediatamente i giovani nati sul territorio è importantissimo, soprattutto per non creare risentimenti nelle nuove generazioni.

Di seguito qualche concetto espresso.

Mezzi utilizzati per meglio integrare i nuovi cittadini: internet, volontari, studenti, workshop, educazione.

OSSERVATORIO REGIONALE – UNIVERSITA CATTOLICA – SOCIOLOGO:

DATI ITALIA:

- 5 milioni di immigrati

Con la crisi si vede un rallentamento nel flusso di immigrazione

Dati Lombardia:

1.2 milione

Crescita di 2% – anche rallentamento nella regione Lombardia (1/4 della popolazione straniera in Italia è presente sul territorio lombardo)

Milano è la città con il numero più alto di stranieri in Lombardia con 250.000 immigrati ( 424.000 sul territorio lombardo) con la difficoltà di distribuzione degli immigrati nella provincia

2001 a 2010 – aumento di 23%  immigrati che sono proprietari di casa (grande parte con famiglia)

2010: 113.000 immigrati irregolari (11%)  fenomeno considerato  parzialmente contenuto

Italia: Lavoro autonomo: 37.000 attività  con un capo lavoratore non  comunitario –  forte attivismo imprenditoriale

8 su 10 sono persone provenienti da paesi con forte pressione migratoria. Livello medio di 3% nell’integrazione  in Lombardia

Ambrosini:

Università degli  studi di Milano

- Italia è il primo paese in Europa per il  numero di regolarizzazioni, pero è un paese che ha paura di ammettere che  sta diventando multietnico.

- Nel contesto della crisi, l’economia ha prodotto posti di lavoro  da immigrati con bassa qualificazione.

Paolo Buralli

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L’Impegno di Integra Onlus per…

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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RICONOSCIMENTO DEL MEDIATORE INTERCULTURALE

Al Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Onorevole Renato Schifani
All’On. Aldo Di Biagio e Firmatari della Proposta di legge n. 2138
All’On Jean Leonard Touadi e Firmatari della proposta di legge n. 2185

Egregi,
la consistente e variegata presenza di stranieri, in particolare
extracomunitari, ha creato, nel nostro Paese, problematiche e bisogni nuovi,
sottoponendo le strutture sociali, politiche ed economiche, nonché le abitudini
culturali e gli stili di vita a forti spinte di trasformazione ed evidenziando la
necessità di sviluppare nuove competenze, in grado di rispondere alle
esigenze dei cittadini stranieri, favorendone l’integrazione.
_________________________________________________________
Per tale motivo e poiché il movimento dei flussi migratori rappresenta un
elemento peculiare della nostra contemporaneità, occorre prepararsi per
affrontare e per governare i cambiamenti dell’assetto sociale e della stessa
fisionomia identitaria del nostro Paese, abbandonando l’idea di
un’immigrazione temporanea, legata alle sole esigenze dei cicli produttivi, in
favore di uno scenario plurilingue, multietnico e multiculturale.
Da tempo in Italia la mediazione interculturale è considerata una risorsa
strategica per una piena integrazione dei migranti. Al momento, tuttavia,
manca una riflessione strutturata sulla mediazione, pur emergendo da più
parti la necessità di una politica organica supportata da una normativa
legislativa.
___________________________________________________________
Il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio
1998, n. 286, ha riconosciuto, per la prima volta, la figura del « mediatore
interculturale ».
___________________________________________________________
Tuttavia, tale riconoscimento non comporta ancora una definizione univoca di
questa nuova figura professionale su tutto il territorio nazionale, sotto il
profilo del ruolo, delle funzioni, delle competenze professionali, dei percorsi
formativi, della relativa certificazione e del suo riconoscimento legale, così
come manca un’individuazione degli ambiti lavorativi e d’impiego in cui essa
si esplica e la sua presenza tra i profili collocati nel CCNL-Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro.
____________________________________________________________
Ad oggi, alla Camera ci sono due proposte di legge sulla mediazione
interculturale presentate entrambe a febbraio 2009: una il 2 febbraio n. 2138
presentata dall’ On. Di Biagio, a cui ho dato il mio personale contributo in
qualità di coordinatrice per il Sindacato Mediatori Culturali del SeiUGL, e
l’altra n. 2185 del 10 febbraio 2009 presentata dall’ On. Touadì. Tali proposte
di Legge, però, si sono arenate da un anno nella Commissione Affari Sociali.
L’approvazione del nuovo documento CNEL “Mediazione e mediatori
culturali: indicazioni operative CNEL ONC – Organismo nazionale di
coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri, gruppo
di lavoro sulla mediazione culturale del 29 ottobre 2009″, mette però
tecnicamente in crisi le proposte di legge attuali.
___________________________________________________________
Si tratta, tuttavia, di testi che andrebbero assemblati in un’unica proposta
sulla base delle indicazioni definite dal documento Cnel e dagli atti del tavolo
Interistituzionale indetto dal Ministero dell’Interno, presentati a dicembre
2009 presso il Cnel. L’approvazione di tali disposizioni permetterebbero di
affrontare in modo serio e organico una tematica così delicata e importante
per il nostro Paese, migliorando sensibilmente le condizioni dei mediatori
interculturali i quali, allo stato attuale, sono impiegati nella pubblica
amministrazione e nel settore privato, senza avere alcun riconoscimento di
figura professionale, in una situazione di assoluta precarietà. Inoltre, una
Legge puntuale e precisa sulla figura del mediatore consentirebbe a migliaia
di professionisti immigrati, ma anche a migliaia di giovani italiani laureati
che studiano Scienze Sociali con specializzazione in Mediazione
interculturale, di concretizzare un sogno e dare vita a tante speranze, oltre
che dare dignità professionale e lavorativa.
________________________________________________________
Se è vero come è vero che la figura del mediatore interculturale sia una delle
più richieste e urgenti degli ultimi anni, impegnato come è nel settore
giudiziario, nelle strutture assistenziali pubbliche e private, nella scuola,
nella pubblica amministrazione, nel settore socio-sanitario, nel settore della
pubblica sicurezza, nelle aziende private, dimostrandosi con evidenza una
delle professionalità più idonee per fornire delle risposte alle esigenze di
integrazione in una società, come quella attuale sempre più multietnica e
interculturale, ne consegue sia ineludibile rimuovere gli ostacoli che ne
impediscono il riconoscimento.
_________________________________________________________
Da Presidente di un’Associazione che fin dalla nascita, operando sia sul
territorio pugliese che su quello italiano, è nata da un gruppo di mediatori ed
ha concentrato la propria attività sulla mediazione linguistico culturale e
l’inserimento lavorativo dei mediatori interculturali, e anche da mediatrice
che ha conseguito la propria formazione all’inizio degli anni 2000, sono
impegnata da anni sul tema della mediazione, tanto da contribuire anche ai
contenuti della proposta di legge Di Biagio.
_______________________________________________________
Alla luce di tali riflessioni, ritengo pertanto necessaria ed improrogabile
un’azione di sensibilizzazione finalizzata a raggiungere in tempi brevi
l’obiettivo del riconoscimento della figura del mediatore interculturale, con la
certezza di avere al mio fianco tanti giovani e tanti professionisti che
sostengono insieme a me una simile battaglia di civiltà e amore per il
prossimo.
________________________________________________________
Per tali motivi l’Associazione Integra Onlus, insieme con MNC – Movimento
Nazionale Nuovi Cittadini e l’Associazione Democrazia e Liberta e altre
Associzioni, proporrà un Appello popolare a seguito di una raccolta firme che
coinvolgerà tutta l’Italia e tutti i cittadini e le cittadine che dal 10 dicembre
2010 potranno, come noi, dire la loro e manifestare il proprio “Sì” per il
riconoscimento nel nostro Paese di un ruolo così delicato e importante sotto il
profilo professionale, sociale e culturale.
__________________________________________________________
Fiduciosi in un riscontro positivo, si porgono i più cordiali saluti.
Il Presidente
Dr.ssa Klodiana Çuka

il Riconoscimento della Figura Professionale del Mediatore Interculturale

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