Fermare la “strage degli innocenti”, dal mare alle strade del “belpaese”
Gli ultimi dati diffusi dall’UNHCR risultano drammatici: oltre 1500 migranti morti nel Mar Mediterraneo, tentando di attraversarlo, dall’inizio del 2018, con la metà di questi periti nei soli mesi giugno e luglio u.s.
Un dato allarmante dell’aumento della mortalità, specie se collegato alla significativa riduzione degli arrivi dei migranti sulle nostre coste: circa 60 mila persone (la metà del 2017), che riporta ai flussi del triennio precedente, ma con un forte aumento del rischio di perire o restare dispersi nel “Mare Nostrum”.
Questi i dati ufficiali su cui riflettere tutti e mobilitare quelli che il Santo Padre definisce gli “uomini di buona volontà”, al di là di qualunque differenza di formazione culturale, sociale ed economica, analizzando tutti i fenomeni con oggettività ed equilibrio. In tal senso, Integra Onlus, alla luce dell’esperienza di oltre quindici anni nel campo delle più avanzate politiche migratorie, invita altresì a rivedere tutti i paradigmi e le impostazioni tradizionali, che in questi anni hanno visto contrapporre le politiche inclusive dei migranti, con quelle delle crescenti fasce più emarginate e vulnerabili del nostro Paese, dalle donne ai minori, specie al Sud una guerra tra poveri, affrontata in una perenne emergenza, senza politiche di autentica programmazione pluriennale di tali fenomeni, complessi e pervasivi, richiamando la stessa Unione Europea alle sue responsabilità di forte ed unitario soggetto di coesione e risoluzione di tali drammi “epocali”.
L’ultima tragedia, a Foggia, dei dodici braccianti stranieri morti in un incidente stradale, dopo il lavoro dei campi, fa tornare alla memoria quella evocata da Ignazio Silone in “Fontamara”, con i suoi “cafoni “del Fucino, chiamati “stranieri” in una terra che lavoravano, ma che non possedevano e con essa la dignità ed il rispetto umano e civile, in un Paese, allora autoritario, con la legge schierata con il più forte.
Tutti gli esseri umani, sono uguali davanti al Signore ed alle leggi dello Stato, al di là della loro provenienza, cultura e religione: non può risultare solo uno slogan, magari da citare nei funerali di questi uomini, di cui si rischia di non avere nemmeno il nome e con esso la loro storia di lotte e sacrifici, per coltivare un sogno di vita migliore, per sé e per i propri cari. Il loro sangue rosso, si è mischiato al rosso dei pomodori, che raccoglievano a tre euro per un cassone di “oro rosso”, in una Regione come la Puglia dove tutti i report segnalano i dati allarmanti del caporalato, che produce un fatturato enorme, di oltre 4 miliardi di euro, spesso generato dallo “sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, nonostante leggi e norme, che però tutti dovrebbero concorrere a far applicare realmente.
Klodiana Cuka
Presidente Integra Onlus